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Grotte di Castellana

la grave

11/12/2013 – 13.29.34  – Fonte: wikipedia enciclopedia libera

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Grotte di Castellana - Foto 1

Le Grotte di Castellana si aprono nelle Murge sud orientali a 330 m s.l.m. sull' altopiano calcareo formatosi nel Cretaceo superiore circa novanta - cento milioni di anni fa. Il territorio di Castellana è caratterizzato da rocce calcaree composte essenzialmente da carbonato di calcio; in particolare i calcari presenti nella nostra area sono chiamati con il nome di Calcare di Altamura. Le cavità sotterranee si estendono per una lunghezza di circa 3 chilometri.

L'ingresso naturale è rappresentato da un'enorme voragine profonda sessanta metri denominata la grave, termine dialettale locale per indicare una grande voragine. Da qui è possibile raggiungere la caverna bianca. Tutto costituito da concrezioni stalattitiche e stalagmitiche e da gallerie intercalate dall'aprirsi di improvviso di caverne.

La visita al pubblico si snoda lungo uno scenario per circa 1 km. L'itinerario più lungo, richiede due ore e si sviluppa per 3 km, tra caverne e voragini a cui sono stati dati nomi mitologici o fantastici. Dalla Grave alla Grotta Nera o della Lupa Capitolina, dopo aver superato il Cavernone dei Monumenti, superato la Calza e successivamente la Caverna della Civetta, attraversato il Corridoio del Serpente, la Caverna del Precipizio ed il Piccolo Paradiso, si scorre per il lungo Corridoio del Deserto detto anche il Grand Canyon sotterraneo (di una colorazione rossiccia dovuta alla presenza in tale tratto di minerali ferrosi) si raggiunge la Caverna della Torre di Pisa, il limpido Laghetto di acqua di stillicidio, il Corridoio Rosso, la Caverna della Cupola ed infine passando dal luccicante Laghetto di Cristalli, si giunge nella Grotta Bianca, cavità luminosa e splendente.

La storia della Grave

La storia della Grave inizia nel Cretaceo superiore (novanta-cento milioni di anni fa), quando la Puglia era sommersa da un antico mare, nel quale vivevano vaste colonie di molluschi e vegetali marini. Per milioni di anni generazioni e generazioni di queste forme di vita si erano succedute le une alle altre e, morendo, i loro gusci svuotati e le loro carcasse si erano accumulati sul fondo del mare, formando un gigantesco deposito di fango e di sabbia, che con il suo lento ma continuo accrescimento si era via via compresso, fino a formare uno strato di calcare dello spessore di diversi chilometri. A partire da sessantacinque milioni di anni fa, il progressivo innalzamento delle terre aveva portato la regione al suo aspetto attuale e nella massa calcarea emersa, a causa della sua rigidità, si erano formate estese fratture, che l’avevano fortemente incisa. L’acqua fluviale d’intense precipitazioni, percolando nel sottosuolo aveva, poi, formato un’estesa falda acquifera sotterranea, tale da disciogliere gradualmente il calcare e di allargare le fratture; queste avevano finito per unirsi le une alle altre per il crollo della roccia frapposta, formando, così, piccoli condotti, via via trasformatisi in ambienti sempre più ampi. Nei luoghi in cui le fratture s’intersecavano in gran numero (fenomeno qui più rilevante che in qualsiasi altro punto del sistema carsico castellanese) si erano determinati estesi e ripetuti crolli; questi si erano ampliati sempre più verso l’alto, riducendo via via lo spessore di roccia che separava la cavità dall’esterno, finché lo strato residuo, ormai assottigliato, non era crollato, facendo giungere all’interno della grotta il primo raggio di luce.

Le stalattiti eccentriche

Si tratta di formazioni, di dimensioni generalmente ridotte, che non obbediscono alla legge di gravità come le normali stalattiti. Esse si accrescono infatti lateralmente, a semicerchio e perfino verso l’alto, dando vita a forme spettacolari. Sulla loro genesi i pareri degli studiosi sono discordi, per cui nella letteratura speleologica troviamo varie ipotesi; a ogni modo, all’origine del loro casuale dirigersi in ogni direzione, vi sono indubbiamente varie cause. A parte il caso della presenza di eventuali correnti d’aria che possono fare deviare orizzontalmente il tragitto delle gocce d’acqua, negli altri casi il ruolo principale è giocato da particolari forme di cristallizzazione della calcite. La calcite è un minerale che cristallizza nel sistema romboedrico; la cannula stalattitica è infatti formata da una serie di piccolissimi romboedri che si compenetrano uno nell’altro. Se, per cause varie, in tale tubicino avviene una perforazione laterale, l’acqua che fuoriesce attraverso tale apertura crea un’apposizione laterale di altri romboedri. La direzione rispetto all’orientamento comune può essere causata anche dalla presenza di impurità di varia natura, che possono ostacolare la crescita del romboedro di calcite in una direzione, per cui può formarsi una ramificazione laterale che continuerà a svilupparsi in una diversa direzione. Vi sono poi stalattiti eccentriche costituite da un canaletto centrale estremamente piccolo, con diametro inferiore al millimetro, nel quale l’acqua scorre molto lentamente; alla sua estremità inferiore, è sempre presente una gocciolina d’acqua in cui i cristalli di calcite possono disporsi secondo diversi orientamenti, da cui le diverse direzioni assunte dalle concrezioni che si formano.

Grotte di Castellana - Foto 2
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